Il seno rappresenta per molte donne un’area del corpo legata sia alla maternità sia alla femminilità, ed è il simbolo dell’immagine di donna fin dai tempi più antichi. Per questo, la scelta di aumentare il volume del proprio seno può indicare un desiderio di riconquista e affermazione del proprio genere nella sua ampia globalità.

L’aumento del seno, tecnicamente mastoplastica additiva, si ottiene con l’inserzione di protesi mammarie. Le vie d’accesso possibile sono varie: sottomammaria, periareolare, trans-ascellare, addominale. La via trans-ascellare è sempre da tener presente come prima scelta se la valutazione pre-operatoria della paziente evidenzierà una buona qualità del tessuto, utile per allestire la tasca che ospiterà l’impianto, e un corretto posizionamento del complesso areola-capezzolo.

 

Il primo aspetto che dobbiamo considerare riguarda le incisioni e alle cicatrici.

Non tutti i tipi di pelle, infatti, rispondono bene alle cicatrici: alcuni tessuti tendono a cicatrizzare male e a lasciare segni evidenti all’interno del corpo del paziente.

La tecnica trans ascellare, quando fattibile, non lascia esiti cicatriziali nel torace. Da un punto di vista estetico è sicuramente la metodica migliore dato che le ascelle sono il luogo perfetto per nascondere le incisioni.

Questa tecnica, che deve essere praticata da un chirurgo plastico con elevata esperienza, offre il vantaggio, visto che usa il cavo ascellare come via d’accesso, di poter ottenere una cicatrice di modeste dimensioni, circa 4-4,5 cm,  che verrà a trovarsi nascosta in un’area anatomica lontana dall’unità estetica della mammella rispettandone la sua integrità.

Ogni intervento di chirurgia plastica ha dei preliminari definiti e importanti: prima visita e studio del caso, cioè la valutazione del paziente con analisi obiettiva e, quando necessario, strumentale. Una volta effettuata la visita, nella primissima fase dell’intervento chirurgico riveste fondamentale importanza il disegno preoperatorio.

Nel caso specifico della mastoplastica con tecnica trans-ascellare il disegno è indispensabile perché permette di visualizzare la sequenza di quello che dovrà avvenire sul tavolo operatorio.

Vediamone insieme i passaggi essenziali tenendo in considerazione che alcuni sono comuni a tutte le vie d’accesso:

1) Per prima cosa il chirurgo traccia la linea mediana sternale

2) Il passaggio successivo è segnare la linea mammaria fisiologica che permette di localizzare il complesso areola capezzolo. È necessario visualizzare, bilateralmente, il punto medio della clavicola e disegnare una linea che lo unisca al complesso areola capezzolo prolungandola fino al solco sotto mammario.

3) Si passa quindi a disegnare il solco sottomammario della paziente, anche se a fine intervento non sarà più lo stesso perché l’aumento di volume lo sposterà. Questa traccia serve per visualizzare, durante l’intervento, la situazione pre chirurgica e vedere di quanto si modificherà dopo l’inserimento delle protesi.

4) Un successivo disegno servirà per avere l’indicazione di dove dovrà essere posizionato l’impianto mammario.

5) Occorre quindi identificare il muscolo pettorale. Nel caso specifico della via d’accesso trans-ascellare questa linea è importante nella preparazione della tasca che ospiterà l’impianto mammario.

6) A questo punto si passa a evidenziare la linea di incisione: partendo dall’apice della concavità dell’ascella, la linea dovrà essere inscritta nella concavità stessa e allineata con le fisiologiche pieghe del cavo ascellare. L’incisione dovrà essere nascosta nelle pliche ascellari ma la sua lunghezza varierà in rapporto alle dimensioni dell’impianto. Facendo abbassare il braccio alla paziente, ci si assicurerà che il disegno non debordi.

8) E infine si disegna uno spazio per eseguire una piccola dissezione sottocutanea, sarà utile per l’inserimento delle protesi.

A questo punto il chirurgo avrà ben presente, prima di operare, quali sono le misure cui dovrà attenersi per raggiungere il risultato desiderato.

 

Fra i vantaggi che si possono attribuire a questa tecnica, c’è quello che, incidendo attraverso l’ascella il taglio sarà di appena 3 o 4 centimetri ed il chirurgo potrà scegliere delle protesi di un volume maggiore rispetto a quelle  che “passerebbero”  per via areolare.

Un altro vantaggio che possiamo sottolineare con la tecnica trans-ascellare, riguarda la ghiandola mammaria vera e propria. Per esempio utilizzando la via periareolare, la ghiandola viene attraversata durante l’inserimento delle protesi. Nella scelta della mastoplastica additiva trans-ascellare, la ghiandola mammaria non viene nemmeno sfiorata.

L’utilizzo della via tran-ascellare richiede, come del resto la via sottomammaria e quella periareolare, l’anestesia generale e quindi un ricovero di un giorno in una struttura adeguata.

Il tempo operatorio si aggira intorno alle due ore e non è di molto superiore a quello necessario per le altre tecniche chirurgiche.

Qualsiasi via d’accesso si utilizzi gli effetti locali temporanei che si verificano nel periodo post operatorio sono gli stessi: gonfiore, sensazione di pesantezza a livello del torace, limitazione temporanea del movimento degli arti superiori.

Il periodo di convalescenza e il ritorno alle normali attività quotidiane varia dai 10 ai 15 giorni.