LA VISITA – Parte 2 di 4
Dopo aver risposto ai dubbi e alle perplessità di Maddalena, il passaggio successivo è quello di identificare la misura delle protesi più adatta al suo fisico e ai suoi desideri.
Misuriamo quindi torace, tronco e spalle e l’attuale volumetria del seno ma soprattutto cerchiamo di individuare lo spazio a disposizione per l’impianto della protesi al fine di capire quale sarà la più idonea. Maddalena mi chiede informazioni sugli esiti dell’operazione e io le consiglio la via di accesso migliore per il suo caso, quella che permetterà di individuare il meno possibile la cicatrice. Per lei, infatti, ho scelto la mastoplastica sottomuscolare che consente la collocazione delle protesi in profondità, sotto il muscolo, in modo che sia molto difficile individuare i segni dell’intervento.
Sono molte domande poste sulla mastoplastica additiva, così come altre pazienti che ho incontrato nel corso della mia attività professionale. Il seno è l’emblema ancestrale della femminilità, una parte del corpo della donna che riveste un’importanza notevole nell’idea che la paziente ha di sé. Progettare un intervento di mastoplastica comporta conoscere i propri desideri ed accettare il cambiamento del proprio corpo. Significa anche acquisire il più ampio numero di informazioni possibili.
Ho quindi preparato una serie di informazioni sul tema, rispondendo alle domande più frequenti che le pazienti mi hanno rivolto in questi anni e che daranno una visione più completa e rassicurante dell’ intervento di MASTOPLASTICA ADDITIVA.
Che età bisogna avere, come minimo, per potersi sottoporre all’intervento. E qual è invece l’età massima in cui è possibile intervenire?
L’età dipende dallo sviluppo corporeo della paziente, che deve essere completato: non è possibile stabilire un range visto che lo sviluppo cambia da persona a persona. E’ quindi un parametro molto soggettivo. Per quanto riguarda l’età massima in cui si può intervenire, non possiamo definire un limite perché è sufficiente che la persona sia in buona condizione psicofisica e abbia ancora un grado di tonicità della pelle in grado di accogliere un impianto mammario.
L’intervento viene eseguito in clinica? Che tipo di anestesia si adotta e quanto tempo dovrò stare ricoverata?
L’intervento viene eseguito in una struttura con adeguati requisiti e attrezzatture. Una struttura che ha tutti i requisiti di sicurezza per quanto riguarda le autorizzazioni sanitarie per intervenire in anestesia generale. Il tempo di ricovero è normalmente di 24 ore.
Quali saranno i disagi che dovrò affrontare, le precauzioni da prendere, le attenzioni da avere nelle settimane che seguono l’intervento?
E’ nostra prassi informare oralmente la paziente di come sarà il decorso post intervento e quali sono le indicazioni da seguire durante le visite prechirurgiche. Viene inoltre consegnato un consenso informato in versione cartacea che andrà sottoscritto e che qui di seguito riassumo.
Dopo l’intervento inizialmente la mammella apparirà leggermente più voluminosa del normale.
Questo in particolare quando l’impianto è sistemato sotto al muscolo pettorale. Nel giro di 3-6 settimane l’ impianto scenderà in una posizione più naturale.
Dopo l’intervento potrebbe essere prescritti farmaci analgesici.
Nei primi giorni successivi all’intervento sono rimossi i drenaggi e la fasciatura leggermente compressiva che verrà sostituita da un reggiseno contenitivo. Sarà necessaria anche una fascia, che terrà in posizione le protesi.
Dopo una settimana di riposo a casa – durante la quale è sconsigliato guidare, esporsi violentemente al sole, compiere ampi movimenti, sollevare pesi – sarà consentito di riprendere le normali attività ma non le attività sportive e la cintura di sicurezza in auto. Per queste serviranno ancora 10-20 giorni d’attesa.
Affrontiamo in questo articolo i tipi di protesi e le vie d’accesso.